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Giovani e IT: parte prima"

Non conosco, attualmente, molti giovani. Uno, forse.

Mio nipote, chissà se basterà come campione. Penso di sì: il suo sguardo inerte,vuoto, allo schermo di un computer l'ho visto in passato nei suoi coetanei.
Eppure, non è sempre stato così: da piccolo, avrà avuto 7 anni, gli regalai un mio vecchio portatile, con un processore AMD Turion qualcosa, nato con Vista e morto con Windows 7 (si fa per dire: questo bidone vive ancora in una casa altrui, e funziona ancora decentemente per usi leggeri). L'ha sempre tenuto con cura, non ho mai dovuto formattarglielo, mai una noia. Lo usava pure con agilità: creava le cartelle e saltava dall'una all'altra, spostava e cancellava file, installava programmi portatili e non, configurava account, associava i programmi ai relativi tipi di file e altro: tutto quello che, in linea di massima, basta all'omino qualunque per lavorare col suo pc.

Poi, dopo alcuni anni, l'orrore: hanno iniziato a comprargli i telefonini, modelli sempre più potenti dei miei1. L'inizio della fine, l'avrete intuito dalle prime righe di questo testo.

A digitare con più di un dito alla volta, ancora ci riesce: per tutto il resto, una lentezza che mi avvilisce. Gli dico "apri il disco D:" ed è il buio, abituato com'è ad accedere ai file dal menu dei programmi.
Apre uno dei programmi di Office, perché a scuola quello insegnano2, apre il file scegliendo tra quelli recenti. Tutte le operazioni da menu, con quel mouse che, tapino, non è un dito, bisogna trascinarlo con fatica da un punto all'altro dello schermo.
Copia e incolla rigorosamente da tasto destro del mouse: mouse che, ricordiamolo, non va mai usato assieme alla tastiera. Se hai la mano sul mouse, devi allontanare l'altra dalla tastiera e viceversa. Per cancellare una cosa qualsiasi, tasto destro e sposta nel cestino... non ho più la forza per altri esempi, quel poco che dovevo si è capito.

Essendo regredito al ruolo di seminalfabeta digitale, periodicamente cerco di tenergli certi discorsi, di suggerirgli qualche buona pratica per la seconda vita che viviamo, quella in rete. Ho cercato di svezzarlo all'uso di KeePassXC3, perché tenere le password memorizzate nei browser non è proprio il massimo, scoprendo che non ne aveva granché bisogno: "tanto uso la stessa per tutto".

Ho perso l'ultimo colorito restante che avevo in volto. Come buttare all'aria un puzzle da migliaia di tessere per poi doverlo ricomporre, questa la situazione. Ho tentato di spiegargli che è tra le cose più pericolose da fare in rete, il metodo più veloce per trovarsi tagliati fuori dalla rete, oggi semplicemente impensabile4. Che se gliela soffiano, ha perso tutto. "Ma no, chi se la ruba, a chi interessa".
Ho incalzato, spiegando che è capitato, e capiterà ancora, anche a gente importante, non come noi che siamo dei perfetti signor nessuno.
"Appunto, le rubano alla gente importante, di me chi se ne importa?"

Ho provato, ho iniziato a spiegargli che non sono attacchi mirati alla singola persona, che sparano nel mucchio, che... che altro dovevo dire, quando ho capito che stavo parlando da solo, mentre lui pensava ad altro5, che ormai ero scomparso alla sua vista, ben occultato da quello sguardo bovino?

Devo ammetterlo, per quella volta mi sono arreso. Sarei stato un pessimo docente, probabilmente, di quelli che vanno licenziati in tronco.

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  1. La mia soglia psicologica è di 100 euro: con tale cifra, il telefonino deve durarmi almeno 3-4 anni. ↩︎

  2. Insegnano è un parolone: certi professori sarebbero da licenziare in tronco, assieme a chi continua a tenerli al loro posto. ↩︎

  3. https://keepassxc.org/ ↩︎

  4. A patto di non vivere, per scelta, in un ambiente ostico e lontano dal concetto odierno di civiltà. ↩︎

  5. "Ma che vuole, questo vecchio scemo?" ↩︎