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@ -18,7 +18,7 @@ Dopo qualche tempo, saltò fuori videocamera VHS-C, la versione ridotta della cl
Correva l'anno 1997, inizi di agosto. Ricordo l'anno perché avevo comprato un computer potente, pochi mesi prima, e l'anno si legge chiaramente sul preventivo.
![Preventivo esagerato](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/computerdiqualchetempofa-960x655.jpg)
![Preventivo esagerato](/img/computerdiqualchetempofa-960x655.jpg)
Nel pomeriggio di quel primo giorno di riprese, mi sarei poi rivolto al provider internet locale, perché agli albori era da loro che bisognava passare. E si pagava, se ricordate.
@ -26,7 +26,7 @@ Le prime riprese le facemmo nella pineta comunale, come detto, di buon mattino.
Secondo giorno, giriamo all'interno della scuola, abbiamo potuto disporne per qualche ora per gentile concessione di un amico mio delle superiori, figlio della custode. La storia continua senza alcuna connessione con quanto visto prima: ci eravamo lasciati a picchiare sulle porte e ora siamo dentro, senza che qualcuno ci abbia fatto entrare e senza aver spaccato una serratura o chissà cosa; come se ci fossimo teletrasportati all'interno. Si inizia a girovagare per i vasti ambienti, tentando di riproporre quella sorta di spaesamento avvertito all'inizio di Resident Evil, coi protagonisti. Di sera, stavolta, con la presenza di diversi spettatori, i familiari di questo amico mio, incuriositi dalla lavorazione di un "film".
![Screenshot da Wikipedia](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/residentevilinizio.jpg)
![Screenshot da Wikipedia](/img/residentevilinizio.jpg)
Qua nasce il tormentone, a opera di F.C.: "è immenso…" Dopo averlo ripetuto una decina di volte, praticamente alla vista di un nuovo ambiente, fosse anche uno sgabuzzino, la cosa è diventata abbastanza comica, scatenando l'ilarità generale. In questa grande immensità, continuiamo a fare le nostre cose, metodicamente senza alcuna programmazione, finché capiamo che non è più aria e dobbiamo smammare: va bene l'amicizia, la disponibilità, la curiosità, ma non siamo più ospiti graditi.
@ -42,7 +42,7 @@ Arriva il grande giorno, un mattino domenicale incendiato da un sole implacabile
Grande l'ilarità, sia al momento che dopo, quando abbiamo rivisto il filmato. Video andato perso, tanto per cambiare, sarebbe stato inutile in ogni caso. Come avremmo potuto usare quell'esplosione, come avremmo potuto sostituirla alla testa di un qualsiasi zombi? Intanto, era di forma così allungata da ricordare più verosimilmente la testa di un alien. Poi, per gradire, non c'era modo di isolare l'esplosione per utilizzarla in sede di montaggio. Finiscono qui le riprese in esterno, ma non tramontano i sogni di gloria.
![Protagonista sta per entrare in un ambiente chiuso](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/dd06.jpg)
![Protagonista sta per entrare in un ambiente chiuso](/img/dd06.jpg)
Altre riprese, sempre in periodo estivo, nello scantinato del palazzo di F.I., in cui giriamo delle scene che finiranno in un paio di trailer, ovviamente andati persi. Ci sono stati dei cambi in formazione: assenti, stavolta, i fratelli C., egregiamente sostituiti da A.D., A.S. e F.D.L., truccati in maniera impeccabile e professionale con una miscela di farina e pomodoro. Mancava solo aglio e origano, poi avremmo potuto farci le pizze alla marinara. I trailer mostravano delle sequenze accelerate della marea di zombi, dove marea sta a indicare il numero 5, col protagonista che punta la pistola e della musica classica in sottofondo, per i soliti problemi di diritti. Requiem di Verdi, Dies Irae nello specifico. Curiosità: uno degli zombi spicca particolarmente, da una delle rarissime (due) foto di repertorio. Una sorta di panettiere elegante, con la cravatta: la figura primigenia, non ancora finita nel cinema mainstream, dello zombi dandy. Stava andando tutto bene: locazione interessante, si potevano sfruttare vari angoli per le inquadrature, avevamo pure adornato la scala di cemento grezzo con lumi e lumini... quando una sua zia ha preso fischi per fiaschi e, credendo che utilizzassimo lo scantinato per riti proibiliti, in odore di zolfo, si è gentilmente opposta alle riprese. Tradotto: non ci hanno presi a pedate prima di chiamare un esorcista, ma l'idea era quella.
@ -52,23 +52,23 @@ Si ricomincia, ultime locazioni disponibili, stavolta potremmo fare il colpaccio
Giriamo delle scene nella casa di allora di S.S., precisamente la scena col maniaco che cerca di sorprendere il protagonista, brandendo un coltellaccio da cucina. Tutto liscio, da lì nessuno può mandarci via e ce la caviamo in una serata o due.
![Silhouette del protagonista](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/dd00.jpg)
![Silhouette del protagonista](/img/dd00.jpg)
Ancora una scuola, ancora grazie a una conoscenza/parentela coi relativi custodi. Arriviamo col nostro armamentario, custodi e famiglie non fanno storie. Sì, famiglie: ogni primo giorno di ripresa, sembrava fosse arrivato il circo in città, è sempre stato così. L'ambiente è ampio, illuminato a tratti: a quell'ora, le luci dovrebbero essere spente, così ci premuriamo di accenderle a intermittenza. I faretti li posizioniamo da qualche parte, non so quanto abbiano influito davvero, probabilmente nulla. Ci sono corridoi, diversi piani, sgabuzzini, tutto quello già visto nell'altro edificio scolastico. Stavolta, però, c'è un giardino, ed è davvero tetro. Perfetto per quello che dovevamo fare, anche se non sapevamo cosa fare e perché. Disponevamo della palestra, quale luogo migliore per ambientare lo scontro finale con lo stregone? Il grosso delle scene del corto, alla fine, viene proprio da questa locazione. Sembrava esser andato tutto bene, invece... c'è sempre un invece, o più di uno.
![Fotogramma poco chiaro](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/dd05.jpg)
![Fotogramma poco chiaro](/img/dd05.jpg)
Le ultime riprese le ho fatte con una vecchia videocamera, ovviamente sempre MiniDV, presa su Ebay. Registrava anche in progressivo, caratteristica usuale per macchine di quella fascia, tanto che nelle prime scene, avendo dimenticato di attivare la funzione, si notano chiaramente gli artefatti del video interlacciato. Avevo una sola batteria e le batterie, se non ricordo male, in aggeggi come le telecamere funzionano come un interruttore acceso/spento: funzionano, poi si scaricano e la telecamera si spegne, da 100 a 0 in un istante. Non chiedetemene il perché e il percome, ma quella Canon si affievoliva gradualmente, col girato che diventava sempre più buio, fino allo spegnimento totale. E non era neanche il peggio. Quel modello, in particolare, soffriva di un difetto funesto e abbastanza diffuso, che si acuì nelle ultime sere: all'improvviso, senza qualsiasi correlazione con stimoli esterni, iniziava a riavvolgere in modalità rewind, facendo fuoriuscire il nastro e rovinando, chiaramente, parte del girato. Non c'era modo di fermarla, se non strappando fisicamente la batteria: l'operazione portava via diversi secondi di tempo e diversi metri di nastro rovinato: è così che sono andate perse, tra le altre, quasi tutte le scene nel giardino, quelle dall'impatto visivo più efficace. Mi sentivo male fisicamente quando partiva quel riavvolgimento assassino, ma non potevo farci nulla. Bisognava riavvolgere il tempo.
![Visuale laterale di una pistola giocattolo](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/dd01.jpg)
![Visuale laterale di una pistola giocattolo](/img/dd01.jpg)
Fine delle riprese, per sempre. Mi ritrovo con due o tre cassettine da acquisire: per far ciò, all'epoca e con le MiniDV, bisognava collegare la macchina al pc con porta Firewire di cui sopra e avviare la riproduzione. Un'ora di girato richiedeva un'ora per l'acquisizione, per intenderci. Due o tre cassette da 60 minuti da acquisire, con la Canon che può distruggere una parte del nastro da un momento all'altro. Altre riprese, infatti, si perdono così. Tutto finisce su un DVD, penso alla fine anni e anni di riprese si siano concretizzati in un paio di GB al massimo. Una copia di questo DVD finisce al mio amico N.C., il "mago" dei VFX cui accennavo prima. "Non posso usare le riprese in alcun modo, è tutto troppo buio per il tracking." Gulp. Aveva ragione: era quasi tutto troppo buio per tracciare gli elementi in After Effects e sincronizzare a video gli effetti speciali, N.C. avrebbe dovuto farlo praticamente a mano, fotogramma per fotogramma o giù di lì. A esser sinceri, non sarebbe riuscito a tirarne fuori qualcosa di decente anche da un buon materiale di partenza: giustamente, non era un professionista e faceva ben altro nella vita, mi aveva mostrato alcune brevi sequenze da lui realizzate e si trattava, né più né meno, di roba ottenuta seguendo pari pari un qualche tutorial. Di utilizzabile, alla fine, ci è rimasto quello che avete visto (si spera) e poco più. Alcuni minuti in più, che allungavano soltanto il brodo: camminate, pistole puntate, un tratto di strada aggiuntivo.
![Colluttazione tra buono e cattivo](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/dd04.jpg)
![Colluttazione tra buono e cattivo](/img/dd04.jpg)
Quasi il momento di chiudere questo racconto, esaminiamo gli errori tecnici. Li abbiamo collezionati tutti, non ci siamo fatti mancare niente. Le prime riprese, quelle con su VHS-C, non avremmo potuto acquisirle in alcun modo: questo esclude a monte qualsiasi altra problematica successiva. Ok, avremmo potuto fare una sorta di montaggio usando due videoregistratori, in teoria; in pratica, no. La realizzazione di un cortometraggio/film richiede, semplificando, quattro elementi di base, in ordine di importanza: storia, sonoro, luci, videocamera. Non faccio video e non racconto storie, quindi questa storia dei quattro elementi non ha particolari basi tecniche.
![La ripresa migliore del corto](https://daruma.altervista.org/wp-content/uploads/2022/09/dd03.jpg)
![La ripresa migliore del corto](/img/dd03.jpg)
La storia, ovviamente, perché bisogna avere qualcosa da raccontare. A meno che non si riescano a produrre immagini tanto potenti da ipnotizzare lo spettatore. Noi, in realtà, non abbiamo mai sviluppato una vera narrazione, non ci siamo mai preoccupati di stabilire un percorso narrativo sensato. Il soggetto può essere facilmente inquadrato come high concept: con le sue arti nere, uno stregone anima un esercito di zombi, un eroe appare dal nulla e sistema le cose. Lo stregone, all'inizio, non c'era neanche: elemento aggiunto in corsa, come tutti gli altri. In questo montaggio, all'inizio vediamo il protagonista leggere quello che, nelle nostre intenzioni, è un antico tomo con iscrizioni arcane, un'agenda nella realtà. Era una delle ultime scene girate, quell'immaginario libro polveroso, una versione vernacolare del Necronomicon, avrebbe dovuto spiegare qualcosa dello stregone, evidenziarne i punti deboli, descriverne i poteri o chissà cos'altro. L'ho spostata all'inizio, più perché alla fine non aveva alcun senso che per suggerire un flashback. Una storia simile, così genuinamente rozza e ingenuamente sgrammaticata, avrebbe davvero potuto conquistare l'attenzione di un eventuale pubblico per più di qualche minuto?
@ -85,5 +85,3 @@ Al netto di questi errori colossali, c'era anche un altro problema insormontabil
Ha avuto senso restare attaccati a questo progetto insensato e irrealizzabile, per anni e anni? Sì, fortissimamente. Ha fatto da collante per lustri, ce l'avevamo in testa a girare in background, un pensiero che andava periodicamente in letargo. Giorni e giorni di divertimento, l'illusione gioiosa di ottenerne qualcosa da mostrare al mondo, qualche screzio nella lavorazione. Capita nelle migliori produzioni. In quegli anni siamo stati tutti insieme, potevamo incontrarci a piedi in una ventina di minuti al massimo, eravamo giovani e il futuro sembrava tanto lontano da non poter essere mai raggiunto. Ora quel futuro è tra noi, siamo sparpagliati per l'Italia e non solo, abbiamo molti capelli grigi o bianchi, o molti capelli in meno. E del "film di zombi" e di tutto il contorno abbiamo una montagna di ricordi, anche più romanzati del dovuto, perché è così che funziona il cervello umano, a differenza dei bit immutabili di un disco rigido.
Quel film di zombi, il film che non è stato e non sarà, è una di quelle cose che cementano le amicizie.
*By C*