+++ Title = "🥴 Brutta interfaccia? File tutti distrutti!" CreatedOn = "2023-03-18" HTMLTitle = "🥴 Brutta interfaccia? File tutti distrutti!" Description = "Per fare cose di fretta, ho eliminato per errore una parte del disco del PC. Ma la colpa non è solo mia: il programma che ho usato è disegnato male." Downsync = "/Posts/Cattiva-Interfaccia-Partizione-Distrutta.html" Categories = "Blog Sysadmin" UpdatedOn = "2023-03-20" +++
Mettiamo a confronto visivo due applicazioni per PC: GNOME Disks, e GParted.
Entrambe sono strumenti di partizionamento di dischi, e a grandi linee servono a svolgere gli stessi compiti; c'è giusto qualche differenza in funzionalità extra o maggior supporto a favore di un programma o l'altro. Nonostante questo, i due strumenti presentano evidenti differenze nella loro interfaccia grafica.
In genere tengo installati entrambi questi due programmi, e li uso in maniera piuttosto alternata, perché:
GParted | GNOME Disks |
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GParted ha meno funzioni distinte, ma ogni cosa ha il suo posto, e un sufficiente livello di profondità e funzionalità: informazioni di basso livello sui dischi, formattazione in un'infinità di formati, e qualche altro dettaglio. | GNOME Disks presenta meno profondità con le singole operazioni, ma offre qualche funzione extra non strettamente legata alla modifica di partizioni, che fa sempre comodo: gestione energetica e prestazionale dei dischi, un'interfaccia per il protocollo SMART, e pure uno strumento per testare le prestazioni della memoria! |
L'altro ieri, quando ho avviato una live USB Linux sul mio portatile, avevo in mente di portare a termine senza danni una missione teoricamente facile e indolore:
...Nella pratica, qualcosa è andato leggermente storto. Non poteva mica essere una serata tranquilla! 😾
Stavolta, per il semplice fatto che nel cercare un editor di partizioni tra le app preinstallate del sistema live di turno, volendo far subito subito, il primo programma su cui i miei occhi sono caduti è stato GNOME Disks.
Oh, se avrei dovuto starne alla larga. E i motivi sono tanti:
Già a questo punto, se (come nel mio caso) si hanno partizioni di tipo strano, cioè LVM, la situazione si fa bruttina, perché non è chiaro dove si debba andare ad operare per fare modifiche.2
GParted | GNOME Disks |
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GParted ha solo una lista di dispositivi (dischi reali sicuramente, ma mi pare anche dispositivi virtuali) da selezionare innanzitutto, e poi la vista grande con tutte le partizioni per il dispositivo scelto. È ordinato e logico. | Su GNOME Disks, invece, per fare quello che si deve fare, si va dalla vista del disco o dove? Nel primo caso ci sono alcune opzioni ed altre mancano. Proviamo dalla vista dedicata alla partizione virtuale? Anche qui, la lista delle opzioni è decisamente castrata, tra l'altro sia nel senso di bottoni-icona rapidi, che nel senso di bottoni del menu a comparsa... ma ora vediamo che problemi hanno loro. |
Mentre su GParted, la lista di bottoni-icona che si ha in cima alla finestra non cambia mai - piuttosto i singoli bottoni si scuriscono o schiariscono, dipendentemente da se possono essere azionati sulla selezione corrente o no - su GNOME Disks i tasti rapidi - invero, posizionati in modo pure strano, attaccati sotto la zona della tabella delle partizioni, cosa che onestamente non riesco nemmeno a commentare - appaiono o scompaiono del tutto.
Seguono i casi che ho visto io, ma forse ce ne sono pure di più possibili eh, chissà:
Ehh, non va tanto bene 'sta cosa, perché rende impossibile associare mentalmente una specifica microzona della finestra come dedicata ad una specifica operazione. È ciò è potenzialmente pericoloso, se si tiene conto del problemone 5 (sta sotto).
Un dettaglio apparentemente piccolo, ma che invece è bello tosto.
Una stringa di testo permette di far capire inequivocabilmente cosa fa un determinato tasto, a differenza di come può accadere quando si hanno solo icone, ma il meglio si otterrebbe combinando le due cose: tasti accompagnati da icone.
GParted | GNOME Disks |
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GParted lo fa per i suoi menu contestuali (almeno sulle voci più importanti), e ciò permette di memorizzare subito l'azione corrispondente a ciascun'opzione, e di richiamarla immediatamente a colpo d'occhio. | Personalmente, usando GNOME Disks mi trovo invece sempre a dover rileggere buona parte del listone per selezionare qualcosa, nonostante non sia più lungo di quello di GParted, proprio perché mancano le icone. |
GParted | GNOME Disks |
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Su GParted si ha innanzitutto la barra dei menu (di cui vari menu sono richiamabili anche come contestuali in alcune zone), che contiene davvero tutte le operazioni possibili nel programma; solo poi c'è una barra con delle icone utili a richiamare rapidamente le azioni probabilmente più comuni. In pratica, finché si ha la barra dei menu, ci si può anche dimenticare dell'esistenza di quelle iconcine lì. | Con GNOME Disks questa cosa non è possibile. A dire il vero, su diverse app GTK3 è così: ci sono azioni fissate a tasti-etichetta in un menu, ed altre fissate a tasti-icona direttamente visibili. In genere, però, quei tasti non scompaiono o appaiono in parte al cambiare di stato all'interno di una stessa vista dell'applicazione! Magari ho gusti strani, ma sta cosa mi manda in pappa il cervello durante l'uso del software. |
Per rendersi conto, basta comparare i bottoni di questa tabella alle opzioni dei menu contestuali visti in quella di sopra!
Tutti questi fattori insieme hanno portato ad un grandissimo patatrac!
Insomma, io che faccio? Devo smontare la partizione, prima di poterla ridimensionare.
Passo dalla vista disco, e c'è solo il tasto per il menu opzioni - più quello che, mi tornerà alla mente solo dopo che ormai a rompere avrò già rotto, è il bottone per distruggere la partizione.
Nel listone di opzioni leggo tutto e non vedo nemmeno una voce per smontare la partizione. Mah.
Passo per la schermata dedicata a quella partizione montata, e ancora richiamo quel menu per non so che razza di ragione, e giustamente ancora non trovo nulla.
Accanto al tasto del menu opzioni c'era in teoria il tasto stop, per smontare la partizione, ma è evidente che non l'ho proprio notato.
Faccio sto avanti e indietro tra le due schermate una decina di volte, e niente, sono proprio ciecata.
Ad un certo punto, il mio inconscio si scoccia di tutti 'sti giri a vuoto, e mi permette finalmente di notare un altro tasto... quello rosso pericoloso. Ahi ahi.
Lo premo e onestamente non ricordo nemmeno se cancello una volta il dialogo di conferma - che non ero assolutamente in condizione psicologica di leggere - e poi ripremo un'altra volta il bottoncino per subito dopo confermare il dialogo, ma una cosa è chiara:
Se fino a quel momento non riuscivo a ragionare, perché con ogni mio respiro in testa mi risuonava un ruvido "WTF?!", è stata questione di pochi secondi dal momento del fatale click perché un brutto presentimento iniziasse a palesarsi nella mia testa bucata, deformata, piena di noccioline scadute... 😰️
...Eh, e quindi? Che c'è?
...
Ohhhhah, e va bene, avete vinto voi. Lo ammetto: pure io centro. Si. Contenti? Alla fine la mano per cliccare l'ho mossa io, certo... Ma nella mia vita ho fatto queste operazioni tantissime volte! Pure usando GNOME Disks, qualche volta tra le tante! 😭️
In ogni caso, no, non addosserò tutta la colpa alla povera Octt di tre giorni fa. Ora gioco la mia carta trappola, ed espongo il vero tocco di disgrazia senza il quale mi sarei probabilmente salvata:
Devo ammettere che certe volte in GParted ho sfiorato la tragedia - ma tragedia davvero, non come stavolta che, tutto sommato, sto vivendo ancora.
La differenza sta però proprio in questa parolina: con GParted il disastro è sempre al massimo quasi accaduto, ma con GNOME Disks stavolta si è consumato e basta.
Su GParted le operazioni che si ordinano finiscono in una coda, che deve essere manualmente applicata una volta che si è deciso di proseguire.
E anche qui, siamo alle minuzie, eppure una cosa del genere pesa molto sul conto finale. Possiamo vederla così: in quel caso, devi sbagliare ben due (2) volte per fare un casino, mentre col programma di GNOME basta una (1) svista.
In ogni caso ho notato che, dopo aver dato l'ordine di cancellare la partizione, quella è rimasta montabile, ed il file system tutto navigabile.
Probabilmente, quello che serviva a Linux per utilizzare la partizione è rimasto in memoria (RAM), ed essendo la totalità dei dati mai cancellata con una semplice eliminazione rapida di una partizione, era tutto ancora leggibile.
A dirla tutta, guardando così la situazione non mi stavo nemmeno rendendo conto della realtà, ancora non capivo se i miei dati fossero stati condannati oppure no...
Interfaccia poco chiara, io l'ho detto.
Man mano che il sentimento di fretta passava e lasciava spazio allo sconforto, cerco GParted, scopro che è incluso nel sistema live, e lo avvio.
Al posto della partizione vedo "spazio vuoto"... eh si, è andata. Ma com'è che mi ha lasciato cancellare la partizione senza prima costringermi a smontarla? Quale barbarie! GParted non lo permette, per dei buoni motivi.
Eppure io, sotto sotto, ancora non ho accettato che sia stata cancellata.
Voglio vedere se, dopo un riavvio, scompare definitivamente.
E allora è così, senza nemmeno premurarmi di copiare uno straccio di file - perché era circa tardino e dovevo prepararmi per andarmi ad assopire - che riavvio.
Ohibò, vedo la schermata nera di GRUB, e non il sistema che si avvia! ...È tutto perso, ora è inutile girarci attorno.
"Dopo che hai fatto il danno hai pensato di riavviare subito senza nemmeno salvare i file più importanti?!?! Ma allora sei bruh-cretina certificata, ben due volte, mica una!"
Ooooooooooooo, ma come ti permetti? Come ti permetti TU di avere così tanta ragione se il blog è MIO??
L'unica cosa che possiamo fare ora è la conta dei danni. Non ho perso dati univoci e importantissimi, quello che non ho più dovrei essere in teoria in grado di riscaricarlo o ricostruirlo. Parliamo di:
Codici sorgenti modificati; si parla di tentativi di porting per piattaforme oscure che ho tentato e fallito, oppure di altri esperimenti dimenticabilissimi.
Dump di dischi che ho ancora in casa (alcuni già caricati su Archive.org), o copie aggiuntive di altri dati.
Documenti la cui rilevanza corrente è nulla.
Se ho dimenticato qualcosa di importante in questa lista, invece, forse forse non era importante, e possiamo stare tranquilli. Altrimenti me ne ricorderei, no? Mah, conoscendomi...
La morale di questa storiaccia si può condensare in:
E chiudo con un consiglio, anzi, una filosofia di sviluppo, che tutti coloro che disegnano UI (anche io, nelle mie cose, non lo nascondo) dimenticano troppo spesso: L'utente è ubriaco.
Dunque, un saluto. Per il futuro auguro di non perdere dati in modo stupido (a voi, e a me!). 👋
P.S: La distribuzione Linux che ho installato a 'sto giro è Pop!_OS. Avevo tanta voglia di provarla, ma in 2 occasioni ho tentato di installarla sul PC fisso ed ha sempre dato errore. Qui sul portatile invece ha funzionato, wow, allora non è una distro rotta! (Forse 👀)
Il sistema che ho tenuto fino a quel momento, Linux Mint, versione 19.3, dopo 3 anni:
apt dist-upgrade
non ci sono nuovi aggiornamenti)Io magari si, son cretina, ma non fino al punto di andarmi ad impostare volontariamente le partizioni con una struttura per me aliena. Al tempo, molto banalmente, feci l'installazione di Linux Mint con le impostazioni guidate predefinite. Tutte le volte in cui installando Linux ho usato il partizionamento manuale, anziché scegliere di cancellare tutto il disco e far decidere le cose al programma di installazione, ho invece sempre creato partizioni normali. Quindi... non date la colpa a me, kthx? ↩